Disegno e disabilità: da strumento d’indagine ad occasione d’incontro.
Il disegno di Sara
Il disegno di Sara riporta ad esplorare la complessità della sindrome autistica.
Sara ha dodici anni e frequenta la seconda media. Il Disturbo Generalizzato dello Sviluppo che le è stato diagnosticato in tenera età ha conosciuto, nel corso degli anni, alterne vicende. In alcuni periodi la bambina ha partecipato con un certo entusiasmo alla vita di relazione, in altri l’isolamento è stato quasi totale e l’ha spinta a richiudersi in un mutismo quasi completo.
Anche quando Sara è più partecipe nei rapporti interpersonali la sua voce è piatta e priva di coloritura emotiva, gli interessi circoscritti a pochi elementi (i cartoni giapponesi), difficilmente la si può ascoltare fare domande o proporre opinioni.
Il disegno rappresenta uno dei suoi periodici momenti di ritiro.
La classe è completamente vuota, una lunga litania di banchi e sedie con nessun elemento che testimoni la presenza degli alunni o dell’insegnante.
Gli elementi sono tutti uguali, stereotipati, come il linguaggio che Sara utilizza nel momento in cui esegue il disegno.
Quando le chiedo dove sono gli alunni mi dice che sono tutti in palestra, altro non si riesce a sapere, anche lei è altrove e non c’è nulla che riesca ad attirarla verso ciò che le viene chiesto.
Per ogni disegno una storia fatta di difficoltà ma anche di potenzialità, di momenti di isolamento ma anche di condivisione, di mancanza ma anche di pienezza.
Ogni disegno rappresenta una fotografia della classe e di ciò che accade al suo interno, ogni disegno è forse anche qualcosa di più: un’occasione per conoscersi meglio e per indirizzare con maggiore chiarezza il percorso scolastico di alunni ed insegnanti.