Disegno e disabilità: da strumento d’indagine ad occasione d’incontro.

Il disegno di Paolo

Il disegno di Paolo ci mostra il difficile inserimento di un bambino con difficoltà relazionali.

Paolo è un bambino molto singolare, le notevoli abilità cognitive si associano all’inibizione emotiva che lo rendono chiuso, poco socievole non incline a riconoscere i propri sentimenti ed i propri stati d’animo e, ovviamente, in grande difficoltà nelle relazioni interpersonali con i coetanei.

La potenzialità intellettive dell’alunno sono in alcuni campi addirittura superiori a quelle attese per l’età e ciò ha consentito a Paolo di procedere negli studi senza l’affiancamento di un’insegnante di sostegno ma la relazione è povera, il bambino deve essere stimolato a parlare ed ad esprimersi, la relazione con i compagni, se non viene sollecitata e guidata dagli adulti è assente.

Anche le capacità narrative risentono del particolare assetto emotivo del bambino: Paolo sembra completamente privo di fantasia riesce a descrivere perfettamente contesti e situazioni ma senza cogliere le coloriture affettive degli eventi, l’emozione sembra non appartenergli.

La famiglia è a conoscenza delle difficoltà del bambino ma, nonostante i vari tentativi, non riesce ad affrontare i “blocchi” psicologici del figlio.

L’iscrizione in prima media viene vissuta da Paolo e dai genitori come una sorta di liberazione: Paolo potrà lasciare i compagni che o lo isolano o lo prendono in giro ed i genitori non dovranno più fare i conti con il corpo insegnante che non perde occasione per sottolineare le difficoltà relazionali dell’alunno.

Disegno e disabilità: da strumento d’indagine ad occasione d’incontro. Il disegno di Paolo

La scelta ricade su una scuola privata che seguirà il bambino anche con attività pomeridiane (garantendo così maggiori possibilità di contatto con i coetanei) e che possiede un corpo insegnanti particolarmente preparato in modo da garantire i giusti stimoli cognitivi e culturali.

Il disegno proposto è stato eseguito in autunno inoltrato, dopo svariate settimane di scuola a tempo pieno. Nonostante i molti giorni trascorsi in classe Paolo non conosce i nomi dei suoi compagni (nemmeno quello del suo vicino di banco!) che vengono rappresentati come tanti germani (le oche selvatiche che il bambino ama in modo speciale); Paolo rappresenta se stesso al centro del foglio in una posizione diametralmente opposta rispetto agli  altri ed accetta di collegarsi ad una altro compagno solo attraverso una freccia di unione. Il germano-maestro disegnato di fronte e non di profilo come gli alunni è collocato in alto a sinistra e, pensando a Paolo, si sta chiedendo se è realmente un genio come ha avuto modo di dimostrare nei primi giorni di scuola.

Il disegno mostra bene il ruolo che la classe ha nella vita di Paolo: si tratta di un luogo in cui ci si può incontrare con gli altri bambini ma questi rappresentano una sorta di massa indistinta dalla quale si può emergere solo “cambiando orientamento” dimostrando cioè di essere “una mente” un essere con potenzialità intellettive al di sopra della norma. La mancanza di colore conferma l’assenza di tono emotivo, di partecipazione affettiva a quanto accade, la classe ha un ruolo importante nella vita di Paolo ma solo nella misura in cui può confermare le sue possibilità cognitive, la relazione non conta ed ha scarso interesse.

Sarà compito della scuola analizzare attentamente il messaggio inviato da Paolo per poter arricchire la sua maturazione emotiva oltre che cognitiva.

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